AGS

Automobiles Gonfaronaises Sportives

FRANCIA

Fondatore : Henri Julien (1927-2013)

GP DISPUTATI47
DEBUTTO1986 Italia
ULTIMO GP DISPUTATO1991 Monaco
ULTIMA PRESENZA NON QUALIFICATO1991 Spagna
VITTORIE
POLE POSITIONS
GIRI VELOCI
PODI

Dopo aver gareggiato in F.3 e F.2 nel 1985 L’AGS prese parte al campionato della neonata R.3000 con Streiff, ma non ottenne risultati di rilievo; Julien, però, non era soddisfatto degli eccessivi costi di gestione di una vettura di F3000 e decise quindi di iscriversi al Mondiale di Formula 1. Mentre la vettura da F1 veniva approntata, il team fornì i telai per la stagione 1986 di F3000 ad un’altra scuderia, che non ottenne però particolari piazzamenti. Il debutto in Formula 1 avvenne al Gran Premio d’Italia 1986, quando Ivan Capelli fu ingaggiato per guidare la JH21C, vettura progettata da Vanderpleyn utilizzando anche alcune parti di vecchie monoposto Renault acquistate da Julien e motorizzata con un V6 fornito dalla Motori Moderni; la scuderia, composta da appena sette meccanici, partecipò anche al Gran Premio del Portogallo, ma in nessuna delle due occasioni Capelli riuscì a completare la gara. Per la stagione successiva Vanderpleyn sviluppò la vettura, che, rinominata JH22 e motorizzata Cosworth, fu affidata a Pascal Fabre. La monoposto, seppur molto affidabile (tanto che il pilota francese si ritirò solo due volte), si dimostrò poco competitiva. Questo buon risultato attrasse l’attenzione di alcuni sponsor, il cui apporto finanziario permise a Julien di affiancare un vero e proprio staff tecnico a Vanderpleyn e di progettare una vettura completamente nuova per il 1988. Ingaggiato Claude Galopin per la progettazione di una nuova vettura, l’AGS si preparò ad affrontare la prima parte del campionato 1989 con un aggiornamento della JH23, schierando anche un secondo pilota, Joachim Winkelhock, al fianco di Streiff. Tuttavia, in dei test poco prima del Gran Premio del Brasile, il pilota francese ebbe un terribile incidente, nel quale riportò delle lesioni alla colonna vertebrale che lo costrinsero su una sedia a rotelle in modo permanente. Lo sfortunato Streiff fu sostituito da Gabriele Tarquini, che riuscì a conquistare alcuni buoni piazzamenti in qualifica e il sesto posto nel Gran Premio del Messico. Per la stagione successiva De Rouvre riorganizzò il team, spostandone la sede al circuito di Le Luc, trovando nuovi sponsor e ingaggiando Michel Costa (già assistente di Vanderpleyn) perché progettasse una nuova vettura; tuttavia neanche la JH25, introdotta a partire dal Gran Premio di San Marino, si rivelò competitiva, ed il miglior risultato dell’anno fu un nono posto di Dalmas in Spagna, unica occasione nella quale il francese ed il compagno di squadra Tarquini erano riusciti a qualificarsi entrambi. Il 1991 iniziò all’insegna dell’incertezza; la scuderia attraversava una crisi economica ormai irreversibile, tanto che la vettura progettata da Costa, la JH26, non fu mai realizzata e Tarquini e Stefan Johansson, ingaggiati come piloti, disputarono le prime gare con la monoposto dell’anno precedente. Per tentare di evitare il fallimento, De Rouvre avviò delle trattative con la Larrousse per unire i due team, ma quando queste non andarono a buon fine la squadra dichiarò bancarotta[ . L’AGS fu poi acquistata da due italiani, Patrizio Cantù e Gabriele Raffanelli, che ingaggiarono nuovamente Vanderpleyn perché progettasse una nuova monoposto e sostituirono Johansson con Fabrizio Barbazza; la JH27, introdotta al Gran Premio d’Italia, non portò miglioramenti e la squadra, ormai senza nessuna risorsa finanziaria, chiuse i battenti dopo il Gran Premio del Portogallo.

I PROGETTISTI
1986: AGS JH21C – Christian Vanderpleyn
1987: AGS JH22 – Christian Vanderpleyn
1988: AGS JH23, JH23B – Christian Vanderpleyn
1989: AGS JH24 – Claude Galopin
1990: AGS JH25, JH25B – Michel Costa
1991: AGS JH27 – Mario Tollentino  
Modelli mai utilizzati in gara:
1989 AGS-MGN JH22 con motore W12 di Guy Nègre
1991 AGS-Ford JH26 – progetto mai concretizzato