Campioni del mondo che cambiano o si ritirano

Vincere il titolo mondiale é il culmine massimo della carriera di un pilota di F1, certamente l’abilità serve ma non basta, occorre anche fortuna e sicuramente una monoposto competitiva, anche se magari non la migliore del lotto ma, come appena detto, con abilità e fortuna ( e magari sfortuna altrui…) si riesce a supplire.

Alcuni piloti, nel corso della storia della F1, hanno deciso di cambiare scuderia dopo la vittoria, altri ancora di smettere con le gare, poi ci sono alcuni casi particolari, tra questi la drammatica vicenda di Jochen Rindt. Andiamo per ordine:

Piloti che hanno cambiato scuderia dopo la vittoria del titolo

Juan Manuel Fangio1951– il campione argentino vince il suo primo titolo nel 1951 con l’Alfa Romeo, a fine campionato la scuderia italiana decide di ritirarsi dalle competizioni. Il cambio di scuderia é quindi una scelta obbligata, Fangio firma per la Maserati per le gare del mondiale e per la BRM per correre quelle di formula libre, in realtà la Maserati non ha macchine pronte ed a giugno Fangio si infortuna il giorno 8 giugno al Gp di Monza fuori campionato alla guida di una Maserati A6GCM, salterà il resto della stagione ritornando nel 1953 con la Maserati.

Alberto Ascari – 1953 – Ascari, ancora adesso l’ultimo campione del mondo italiano, vince con la Ferrari i titoli 1952 e 1953, per il 1954 passa alla Lancia che entra in F1 proprio in quel campionato, la macchina però non é pronta e Ascari la usa solo nell’ultima gara, in Spagna. Nel corso della stagione corre due GP (Francia e Gran Bretagna) con la Masertati ed uno (Italia) eccezionalmente con la Ferrari. Nel 1955 disputa le prime due gare e poi il 26 maggio il tragico incidente a Modena.

Juan Manuel Fangio – 1955– Passato dopo le prime due gare (vinte) dalla Maserati alla Mercedes, Fangio vince i titoli 1954 e 1955, a fine campionato la Mercedes decidedi ritirarsi dopo due stagioni trionfali, anche in questo caso Fangio deve cambiare scuderia per cause di forza maggiore e firma per la Ferrari per il mondiale 1956

Juan Manuel Fangio – 1956 – Fangio vince con la Ferrari, che utilizza le Lancia D50, il suo quarto titolo, i rapporti con Maranello non sono idilliaci ed a fine anno lascia e ritorna al suo primo amore: la Maserati. Vincerà il titolo 1957.

Denis Hulme – 1967- pilota neozelandese, un pà a sorpresa vince il titolo nel 1967, prima di allora non aveva mai vinto un GP, la macchina é la Brabham-Repco, il campionato é vinto battendo il campione in carica…. Jack Brabham che non solo é suo comapagno di squadra ma anche il proprietario del team… Inevitabile cambiare aria a fine stagione, cade a fagiolo la squadra del connazionale Bruce McLaren che dopo un paio di stagioni di gavetta fa proprio il salto di qualità nel 1968, grazie anche al nuovo motore Ford Cosworth che la Lotus aveva usato l’anno prima e che ora é commercializzato. Hulme nel 1968 lotta per il titolo e vincerà sei G, l’ultimo nella sua ultima stagione, il 1974.

Jacky Stewart – 1969 – Un caso particolare, in realtà il campione scozzese non cambia squadra ma costruttore, infatti dopo il titolo con la Matra-Ford gestita dalla Matra International, cioè Ken Tyrrell, la Matra vorrebbe imporre i suoi motori, Tyrrell non é d’accordo e divorzia, Stewart lo segueì (scelta azzeccata) corre gran parte della stagione con la March-Ford e le ultime gare con la Tyrrell 001 -Ford. Vince in Spagna con la March ed ottiene la pole in Sud Africa al debutto della March come costruttore ed in Canada al debutto della Tyrrell come costruttore, un record destinato ad essere imbattuto.

Niki Lauda – 1977- Dopo aver vinto il titolo 1975, perso quello 1976 a causa dell’incidente al Nurburgring e vinto nel 1977 con la Ferrari, Lauda lascia la scuderia non disputando nemmeno le ultime due gare, nel 1978 é il perno dell’operazione Brabham – Alfa Romeo – Parmalat che all’epoca fece scalpore, é anche il primo a portarsi dietro il numero 1, visto che la numerazione fissa era stata introdotta nel 1974. Nel 1978 vince due gare, la stagione 1979 é deludente e Lauda annuncia il ritiro, ritorna nel 1982 e vince con la McLaren il titolo 1984, salvo poi ritirarsi definitivamente a fine 1985.

Nelson Piquet – 1987- il brasiliano vince i titoli 1981 e 1983 con la Brabham, nel 1983 é il primo pilota a vincere un mondiale con il turbo, BMW, nel 1986 passa alla Williams e nel 1987 vince il terzo titolo con la Williams-Honda. Nel 1988 passa alla Lotus, sponsorizzata Camel e spinta dalla Honda, motore che nel frattempo aveva abbandonato la Williams a favore della McLaren, il 1988 é un campionato discreto ma senza vittorie, il 1989, sostituito l’Honda con il Judd, meno. Meglio le ultime due stagioni con la Benetton ed il ritorno alla vittoria in tre gare.

Alain Prost – 1989 – primo e finora unico francese a vincere un titolo, con la McLaren trionfa nel 1985 e 1986 dopo aver perso nel 1984 per mezzo punto su Lauda, nel 1988 la McLaren é imbattibile, Prost conquista 105 punti ma ne deve scartare 18, il suo compagno di squadra Senna finisce a 90 e vince il titolo, Prost si riscatta nel 1989 vincendo il terzo titolo, nel 1990 passa alla Ferrari e finisce 78 a 71 per Senna, il 1991 é decisamente meno positivo e Prost non corre nemmeno l’ultima gara in Australia, nel 1992 non partecipa al campionato, ritorna nel 1993 con la Williams-Renault e vince il quarto titolo mondiale.

Michael Schumacher –1995 – Arriva in F1 nel 1991, a campionato in corso, ed é subito protagonista, vince i titoli 1994 e 1995 con la Benetton, nel 1996 porta il nr. 1 alla Ferrari, vince tre gare, nel 2000 il primo titolo da ferrarista, vince anche nel 2001, 2002, 2003 e 2004, un quinquennio di dominio indiscusso, a fine 2006 annuncia il ritiro ma poi ci ripensa e firma un lucroso contratto con la rientrante Mercedes nel 2010, ci corre anche nel 2011 e 2012 ma il miglior risultato é un terzo posto a Valencia 2012. Il 29 dicembre 2013 la vita del pilota tedesco, 7 mondiali in F1 di cui 5 con la Ferrari, è stravolta da una caduta sugli sci che gli causa gravi lesioni cerebrali. Le sue condizioni restano critiche, con uno strettissimo riserbo che alimenta più mistero che speranze

Damon Hill – 1996 – figlio del grande Graham Hill, arriva in F1 a 30 anni, con la derelitta Brabham del 1992, riesce a qualificarla in un paio di gare, nel 1993, tra sorpresa e scetticismo é scelto come secondo di Prost in Williams, visto che il campione in carica non partecipa al mondiale gli viene assegnato il nr, zero che manterrà, per lo stesso motivo, anche nel 1994, in questo campionato, dopo la tragica morte di Senna, diventa per forza di cose primo pilota, perde il titolo per un solo punto (92 a 91) su Schumacher, il titolo arriva nel 1996, sempre con la Williams-Renault, nel 1997 lascia il team attirato dal progetto Arrows-Yamaha-Danka, é un mondiale sottotono, ad esclusione del GP di Ungheria dove conduce per molti giri e solo all’ultima tornata deve cedere all’ex compagno di squadra Jacques Villeneuve, nel 1998 e 1999 é alla Jordan-Mugen, porta a casa la prima vittoria di questo team in Belgio 1998. Damon é il primo pilota figliio di un campione del mondo (Graham 1962 e 1968) a vincere il titolo.

Fernando Alonso – 2006- Con la Renault vince il titolo nel 2005 e nel 2006, nel 2007 va alla McLaren-Mercedes, suo compagno di squadra é l’esordiente Lewis Hamilton, finiscono entrambe a quota 109, peccato per loro che il ferrarista Raikkonen faccia 110 punti, lasciata la McLaren ritorna alla Renault nel 2008-2009, dal 2010 al 2014 é alla Ferrari, dal 2015 al 2018 ritorna alla McLaren, poi un paio di anni di assenza e nel 2021 il ritorno con la Alpine-Renault, nel 2023 passa alla Aston Martin ed é riconfermato anche per il prossimo mondiale 2025….. Ha debuttato in F1 nel 2001 con la Minardi, alcuni degli attuali piloti all’epoca non erano ancora nati, altri andavano all’asilo, in carriera ha trovato come rivali sia Jos Verstappen che il figlio Max.

Jenson Button – 2009- Nel 2000 alla Willìams, poi in Benetton, dal 2003 é alla BAR-Honda, nel 2006 il team diventa Honda, Button vince la prima gara in Ungheria 2006, nel 2008, dopo un annata deludente, la Honda si ritira e cede tutto a Ross Brawn che fonda la Brawn GP, montando i motori Mercedes, grazie a particolari interpretazioni del rergolamento le Brawn sono velocissime, arriva così il titolo mondiale per Button, a fine anno, dopo una sola stagione, Brawn cede tutto alla Mercedes che ingaggia Schumacher e Rosberg, Button ed il suo nr.1 vanno alla McLaren, ci rimane fino al 2016 con una estemporanea presenza a Monaco 2017, in questi anni ottiene otto vittorie (dal 2010 al 2012) che si sommano alle 6 con la Brawn Gp ed a quella con la Honda.

Piloti che hanno smesso dopo aver vinto il titolo

Mike Hawthorn – 1958- considerato uno dei migliori piloti del suo periodo, vince il titolo nel 1958 anche se ottiene un solo successo in quel campionato (in Francia) contro i quattro del connazionale Moss ed i tre di Tony Brooks, anche lui inglese, entrambe con la Vanwall, durante la stagione vede morire in incidenti di gara i compagni di squadra Luigi Musso (Francia) e Peter Collins (Germania), inoltre nell’ultima gara della stagione perde la vita Stuart Lewis-Evans. A soli 29 anni decide per il ritiro dalle competizioni, purtroppo il destino é in agguato, il 22 gennaio 1959 nei pressi del Guildford Bypass, perse il controllo della sua Jaguar Mk1 3.4 e uscì di strada, morendo sul colpo. Uno dei testimoni fu Rob Walker, proprietario di una scuderia privata di Formula 1.

Ben presto circolarono sospetti sul fatto che, al momento dell’incidente, Hawthorn fosse impegnato in una gara illegale contro lo stesso Walker, fatto che troverebbe conferma in una testimonianza di un ex meccanico di Hawthorn riportata dal quotidiano britannico Daily Mail. Rob Walker, deceduto nel 2003, ha però sempre negato questa versione dei fatti, sostenendo che stava guidando normalmente quando vide la Jaguar di Hawthorn superarlo a tutta velocità. Molte sono anche le voci che l’incidente possa essere stato causato da un malore dell’inglese che soffriva sin dalla nascita di un problema ai reni che gli portava estremi dolori e difficoltà nella guida stessa. La salma di Hawthorn venne inumata nel cimitero di West Street di Farnham, nel Surrey.

Jacky Stewart – 1973- Esordio nel 1965 con la BRM, al suo primo campionato ottiene una vittoria, nel 1968 passa con la squadra Matra gestita da Ken Tyrrel, vince il titolo nel 1969 con la Matra e nel 1971 e 1973 con la Tyrrell-Ford, in questo ultimo campionato grazie alle scelte suicide della Lotus. Sembra avesse deciso per il ritiro a fine stagione, anche se la notizia era tenuta riservata, al suo posto era già stato contattato Jody Scheckter, che ignaro della cosa pensava di fare il terzo di un team con Stewart e Francois Cevert, considerato l’erede dello scozzese, nell’ultima gara del mondiale, Stati Uniti, Cevert perde la vita durante le qualifiche, Stewart non prende il via ed annuncia l’immediato ritiro. Ritorna come proprietario, con il figlio, di un team con il suo nome dal 1997 al 1999 poi cede il tutto alla Jaguar (in seguito diventa la Red Bull).

Alain Prost – 1993- lo abbiamo già nominato, nel 1991 dopo la deludente stagione in Ferrari lascia, sostenuto dalla Renault ritorna con la Williams nel 1993, la monoposto é decisamente la migliore del lotto, Prost vince senza problemi il quarto titolo con largo margine sull’eterno rivale Ayrton Senna, a fine anno il definitivo ritiro. Nel 1997 rileva la Ligier e si imbarca nella poco fortuna e dispendiosa avventura della Prost GP che chiuderà i battenti nel 2001.

Nico Rosberg – 2016- figlio di Keke, campione nel 1982, prende però la cittadinanza tedesca della madre, forse anche per questo nel 2010, dopo quattro stagioni con la Williams, viene assunto alla Mercedes, nei primi tre anni ha come compagno di squadra il pluri campione Michael Schumacher ma ottiene risultati migliori, fino a vincere il primi Gp dopo il rientro, Cina 2012, poi arriva Hamilton ma le prestazioni di Nico sono in linea con quelle dell’inglese che però vince i mondiali 2014 e 2015, Rosberg invece si impone nel 2016 per 385 punti a 380. A fine anno, tra la sorpresa generale, annuncia il suo ritiro, a soli 31 anni, dicendo che vinto il titolo in carriera non avrebbe potuto fare meglio. Nota statistica: al suo primo GP, Barhein 2006 aveva ottenuto il giro veloce, oltre che a Nino Farina nel primo GP assoluto era successo solo a Jacques Villeneuve.

Casi particolari

Juan Manuel Fangio – 1957- vinto il titolo nel 1958 la Maserati decide per il ritiro com squadra ufficiale, continuando l’assistenza ai clienti privati, Fangio, cinque titoli vinti e con quasi 47 anni, limita le sue presenze al GP di casa, dove ottiene la pole e conduce per 25 giri ed al GP di Francia, in entrambe le occasioni arriva quarto, corre con una Maserati 250F iscritta privatamente, a maggio aveva provato, senza successo, a qualificarsi alla 500 miglia di Indianapolis con una Kurtis Kraft. Nel suo ultimo GP il leader della gara, Mike Hawthorn, si rifiuta di doppiarlo.

Jochen Rindt – 1970 – pilota austriaco, anche se nato in Germania, primo del suo paese a vincere un GP iridato, dopo il debutto nel 1964 con una Brabham-BRM di Walker passa alla Cooper, nel 1968 é alla Brabham ed ottiene due pole, nel 1969 alla Lotus, la Lotus 49 Ford Cosworth aveva vinto il titolo l’anno prima con Graham Hill, Rindt in stagione fa complessivamente meglio del titolato compagno di squadra, 22 punti contro 19 ed una vittoria a testa. Nel 1970 Hill va al team di Rob Walker e Rindt diventa prima guida, vince la terza gara della stagione, Monaco, e poi consecutivamente in Olanda, Francia, Gran Bretagna e Germania mentre nella sua Austria si deve ritirare, arriva a Monza con 45 punti grazie a 5 vittorie, durante le qualifiche del sabato, all’inizio del quinto giro perse il controllo della vettura appena prima della curva Parabolica, andando a urtare violentemente contro il guard-rail. La vettura si disintegrò e Rindt morì durante il trasporto all’ospedale.

Le cause dell’impatto sono ignote. L’ipotesi più accreditata riguarda un problema all’impianto frenante: la rottura dell’alberino di supporto del disco freno entrobordo, che si tranciò di netto a causa del cedimento strutturale del materiale, troppo sollecitato dall’assenza degli alettoni, che rendevano molto instabile la Lotus 72. Questa scelta tecnica fu attuata per contenere la differenza di prestazioni con le Ferrari su un circuito veloce come quello di Monza. La brusca decelerazione prima della Parabolica portò la vettura verso il guard-rail. L’angolo di impatto non era dei più pericolosi, tuttavia la ruota sinistra si infilò sotto il parapetto, dove probabilmente dei tifosi avevano scavato una buca per entrare clandestinamente nell’autodromo, e causò una rapida rotazione. Il medico che per primo intervenne sul luogo dell’incidente verificò che, nonostante le ferite evidenti al torace e agli arti inferiori, non c’era fuoriuscita di sangue, perché era avvenuto un arresto cardiaco al momento dell’impatto con il guard rail. Le pupille risultavano molto dilatate. Clinicamente era ancora vivo, ma dopo il primo massaggio cardiaco il polso era molto debole.

La morte fu causata principalmente dal piantone dello sterzo, che sfondò lo sterno del pilota austriaco: le cinture di sicurezza si strapparono parzialmente dai sei punti di ancoraggio alla scocca e non ressero alla decelerazione dell’impatto, proiettando il pilota in avanti verso il volante. La forte decelerazione e la totale perdita dell’avantreno dovuta all’impatto, fecero sì che anche gli arti inferiori subissero gravi lesioni seppur non fatali. Il piede sinistro, il più leso dall’angolo d’impatto, era separato quasi di netto dalla caviglia. Ai soccorritori che per primi giunsero sul luogo apparve una scena raccapricciante: Rindt era disteso nell’abitacolo con gli arti inferiori completamente esposti. Spirò pochi minuti dopo nell’ambulanza che lo stava trasportando all’ospedale Niguarda di Milano. Fu aperta un’inchiesta della magistratura italiana, che mise sotto accusa la Lotus e Colin Chapman per la scarsa solidità delle sue vetture.

Il Team Lotus non prese parte a quella gara ed a quella seguente, con quattro GP a disposizione e quindi 36 punti diversi piloti avevano la possibilità di sorpassare Rindt in classifica: Brabham (Brabham) 25 punti, Hulme (McLaren) 20, Stewart (Tyrrell) e Ickx (Ferrari) 19, nessuno riuscì a sorpassarlo in classifica, Ickx finì a 40, Regazzoni (che aveva disputato solo 8 gare su 13) a 33, Hulme si fermò a 27 e Brabham a 25. Così Rindt divenne campione del mondo postumo, unico caso della storia della F1 e speriamo che rimanga l’ultimo.

Nigel Mansell – 1992

Pilota inglese, debutta nel1980 in Austria con la terza Lotus in una squadra composta da Mario Andretti ed Elio de Angelis, dal 1981 al 1984 é in squadra con de Angelis, ottiene un pole e ciqnue poid, nel 1985 passa alla Williams e vince le prime gare, potrebbe vincere il titolo nel 1986 ma lo perde a favore di Prost nell’ultima gara, nel 1987 si impone in sei gare contro le tre del compagno di squadra Piquet ma il campionato va al brasiliano, nel 1988 la Williams perde i motori Honda, nel 1989 va alla Ferrari e fa squadra prima con Berger e poi con Prost, con la Ferrari vince in tutto tre gare, nel 1991 ritorna alla Williams che nel frattempo ha adottato il motore Renault, molto competitivo, in questo campionato é secondo dietro a Senna (McLaren) ma con 96 punti contro 72. Nel 1992 é un rullo compressore: vince le prime 5 gare ed ipoteca subito il titolo, a fine stagione le vittorie saranno nove e finisce con 108 punti contro i 56 di Patrese, suo compagno di squadra, a Monza compie il nobile gesto di cedere la prima posizione al pilota italiano che però é costretto al ritiro alò giro 47, Mansell si era ritirato sei giri prima e vince Senna. Vince il titolo, all’età di 39 ann. A fine anno, Mansell, che aveva già un accordo per continuare a correre su Williams nel 1993, al fianco di Alain Prost come seconda guida, venne allontanato da Frank Williams in quanto quest’ultimo declinò la richiesta di Mansell sulla possibilità di raddoppiare il suo stipendio. Si trasferisce quindi alla Cart statunitense, nel team Newman-Haas, vince al debutto e diverse altre gare ed alla fine vince il campionato, nel 1994 inizia ancora con la CART ma é richiamato dalla Williams, che ad Imola aveva perso il pilota di punta Ayrton Senna, per dare un mano a Damon Hill nella lotta per il titolo contro Schumacher, Mansell corre in Francia e poi le ultime tre gare (GP Europa, Giappone ed Australia), nell’ultima gara di campionato vince lottando con Berger dopo l’incidente tra Hill e Schmacher che elimina entrambe. Ha all’epoca 41 anni e 3 mesi, uno dei vincitori più anziani di una gara iridata. Nel 1995 il “Leone” firmò un contratto con la McLaren equipaggiata con il motore Mercedes, che si dimostrò ben presto nettamente inaffidabile, come compagno di Mika Häkkinen, di fronte ai molteplici problemi che la monoposto anglo-tedesca evidenziò nelle prove pre-campionato, Mansell decise di prendersi una pausa per aspettare che la vettura fosse sviluppata a dovere e saltò le prime due gare, sostituito da Mark Blundell. Tornò al volante nel Gran Premio di San Marino e nel successivo Gran Premio di Spagna, ma i problemi della McLaren MP4/10 erano tutt’altro che risolti e l’inglese decise, grazie ad una clausola del suo contratto, di sciogliere anticipatamente la sua collaborazione, abbandonando definitivamente la Formula 1. Tuttavia nel dicembre 1996, Mansell guidò una Jordan 196 in un test privato nel Circuito di Estoril, alimentando le speculazioni che fosse in ballottaggio per un sedile nella stagione 1997.