Trussardi
Trussardi Jeans & Benetton. Nel corso degli anni ’80 la Benetton, nota casa di moda italiana, decide di affacciarsi come sponsor al mondo della F1, per sfruttare appieno le enormi opportunità di visibilità e copertura mediatica offerte dal Circus, sponsorizza prima la Tyrrel e poi l’Alfa Romeo. Nella seconda parte del 1985, il brand italiano decide di iniziare a sponsorizzare una piccola squadra inglese, la Toleman. Nonostante i magri risultati ottenuti, la famiglia Benetton decide di puntare tutte le sue fiches sulla Toleman, e dopo qualche contrattazione nell’Inverno tra 1985 e 1986, viene finalizzato l’acquisto della piccola scuderia inglese, e della sua factory ad Enstone, da parte della casa trevigiana, segnando così il passaggio definitivo da mero sponsor a proprietari a tutti gli effetti di un team di F1. E’ ufficialmente nata la Benetton F1. Avendo visto gli ottimi risultati ottenuti dal marchio Benetton in F1, un altro brand italiano di moda decide di affacciarsi al mondo delle corse: Trussardi.Il piano del marchio italiano è piuttosto semplice: utilizzare la Formula 1 come veicolo promozionale. Si inizia a delineare il sogno di una vettura griffata Trussardi. C’è solo un problema: manca la suddetta vettura. Ma il management del brand italiano non si fa scoraggiare da questi dettagli e si accorda con la Benetton affinchè gli ceda le sue B186 equipaggiate dai turbo BMW. Le vetture vengono affidate alle cure del team Middlebridge. La Middlebridge si occupa di aggiornare le vetture ai regolamenti del 1987 e la Trussardi annuncia la sua intenzione di partecipare alle ultime sei gare di quella stagione con una sola vettura in vista di un impegno totale nel 1988. Vengono pure identificati i piloti che porteranno in pista la vettura rinominata Trussardi-B186 nella fase conclusiva della stagione 1987. L’italiano Emanuele Pirro, uno dei protagonisti del campionato di F3000, la guiderà nei GP di Italia, Spagna, Portogallo e Messico. Sarà invece il giapponese Aguri Suzuki a guidare la monoposto nei conclusivi appuntamenti in Giappone e Australia.Fervono i preparativi in vista dell’imminente debutto. Si parte subito con un appuntamento importante: il GP di Italia a Monza, undicesima prova del mondiale 1987. E’ la gara di casa per il marchio Trussardi e per Pirro. Trussardi sa di avere messo le mani su di una ottima vettura. Può contare su uno dei motori turbo più potenti in circolazione revisionato da Megatron, viene iscritta con il numero di gara 31.Però la monoposto non passa l’ispezione tecnica da parte della Federazione.
La Trussardi-B186 è perfettamente in regola dal punto di vista tecnico, ma… c’è un problema. Dagli inizi degli anni ’80 in F1 vige una regola secondo cui un team non può schierare una vettura prodotta e condotta in gara da un altro costruttore.La regola, voluta di concerto da Ecclestone e dalla Federazione, era stata pensata per sopprimere il fenomeno dei cosiddetti “privatisti“. Infatti, nel corso degli anni ’70, costoro acquistavano le vecchie vetture dismesse da team più blasonati e si iscrivevano a singole gare per il piacere di tentare la qualificazione a un GP di Formula 1. La vettura schierata dal team Middlebridge e griffata Trussardi è palesemente la Benetton dell’anno precedente, ergo, rappresenta la violazione della regola di cui sopra. I commissari del circuito brianzolo, in realtà, vorrebbero ammettere al via la vettura, molto probabilmente perchè trattasi di un team italiano. La Federazione però, è categorica: la Trussardi viola il regolamento vigente. Di conseguenza, se vuole correre deve costruirsi una sua monoposto o affidarsi a un qualche specialista nel settore della fabbricazione di telai. Quel che è certo, è che non può schierare la vettura portata in pista da Benetton l’anno prima. Il team non demorde e prova a schierare la vettura nelle successive gare ma viene sempre respinta dai commissari perchè non rispetta il regolamento. A fine 1987, il team decide di gettare la spugna e il sogno della Trussardi di debuttare in F1, ricalcando il successo ottenuto dalla Benetton con un proprio team, naufraga definitivamente. La Middlebridge trascorrerà ancora qualche anno in F3000, ottenendo un discreto successo e annoverando tra i suoi ranghi piloti come Damon Hill e David Brabham. Il team coronerà il proprio sogno di entrare in F1, acquistando la moribonda Brabham nel ’91. Dopo solo un anno e mezzo condito da mediocri risultati e cronica mancanza di fondi, collasserà a metà del ’92 a causa del fallimento dei soci giapponesi dietro la scuderia.
Iscritta cpme Middlebridge-Trussardi con il nr. 31, modello Trussardi B186 Megatron, ai Gp di Italia, Portogallo, Spagna e Messico pilota Emanuele Pirro, ai Gp di Giappone ed Australia pilota Aguri Suzuki