Lancia
ITALIA
Fondatore : Vincenzo Lancia (1881-1937)
GP DISPUTATI | 4 | |
DEBUTTO | 1954 Spagna | |
ULTIMO GP | 1955 Belgio (Italia 1955 NP) | |
VITTORIE | ||
POLE POSITIONS | 2 | |
GIRI VELOCI | 1 | |
PODI | 1 |
Nell’estate del 1953 Gianni Lancia decide di tentare l’avventura della Formula 1. Il celebre progettista di casa Lancia, Vittorio Jano, termina la progettazione esecutiva nel settembre 1953. Il problema piloti è presto risolto, dal momento che Gianni Lancia riesce a convincere della bontà del progetto due nomi altisonanti: Alberto Ascari e Luigi Villoresi, che il 21 gennaio 1954 firmano il contratto con la Lancia, snobbando le offerte di Enzo Ferrari. Della squadra Lancia fa parte anche Eugenio Castellotti, pupillo di Ascari (che in un certo senso vede in lui il suo successore): Castellotti tuttavia nel 54 corre con le vetture Sport e debutta in Formula 1 soltanto nel ’55. La monoposto della casa torinese, denominata con la sigla D50, fa la sua prima uscita il 20 febbraio 1954. La vettura si distingue per le impeccabili finiture (inusuali in una monoposto da competizione) e per un peso piuttosto contenuto, inferiore a quello delle Formula 1 dirette concorrenti. La gestazione della D50 è però lunga e travagliata: il debutto, inizialmente previsto per il 20 giugno (Gran Premio di Francia), viene via via rimandato ed avverrà con quattro mesi di ritardo, il 24 ottobre, a Barcellona (Gran Premio di Spagna). Nel frattempo, Ascari e Villoresi, pur proseguendo nei test, sono lasciati liberi di correre con monoposto di altri costruttori. Dopo il GP di Spagna dell’ottobre 1954, nel 1955 le D50 disputano, con alterna fortuna, altri 5 Gran Premi (Argentina, Torino, Pau, Napoli, Monaco) poi, dopo la morte del pilota di punta Ascari (avvenuta con una Ferrari nel corso di una occasionale prova a Monza), la Lancia annuncia la sospensione dell’attività agonistica, evento che avviene pressoché in contemporanea con l’abdicazione di Gianni Lancia. Tuttavia, prima di abbandonare l’Italia per il Sud America, l’ingegner Lancia ha il tempo di concedere una vettura ad Eugenio Castellotti per correre il Gran Premio del Belgio a Spa in giugno. Subito dopo la disputa del Gran Premio del Belgio e l’abdicazione forzata di Gianni Lancia, in seno alla fabbrica si profilano due fazioni: da una parte c’è chi vorrebbe evitare di disperdere le esperienze fatte in ambito agonistico, migliorare il materiale esistente e proseguire l’attività sportiva interrotta, e dall’altra chi invece non vede l’ora di disfarsi di tutto il “materiale da corsa” nel più breve tempo possibile, magari svendendolo. I sostenitori della seconda tesi hanno ben presto la meglio. Trapelata la notizia, molti si fanno avanti per rilevare a buon prezzo tutto il materiale: tra i potenziali acquirenti, in prima fila, pare ci sia addirittura la Mercedes Benz. Per evitare che preziose esperienze italiche finiscano all’estero, il principe Filippo Caracciolo (suocero di Gianni Agnelli e Presidente dell’Automobile Club d’Italia) si attiva presso la Fiat fino ad ottenere un accordo a tre, in base al quale la Lancia dona alla Ferrari il suo materiale da corsa e la Fiat si impegna ad erogare alla casa modenese, per cinque anni, un contributo finanziario non indifferente (50 milioni di lire all’anno). L’anno successivo (1956) le D50, che ormai vengono identificate come Ferrari-Lancia, subiscono modifiche non solo marginali e si aggiudicano il titolo mondiale grazie anche all’apporto dell’argentino Juan Manuel Fangio
I PROGETTISTI |
1954: Lancia D50 – Vittorio Jano |
Modelli mai utilizzati in gara:
1955: Lancia D50A Carrozzeria Lancia aerodinamica mai completata per la Lancia D50A presso lo stabilimento Lancia prima di essere consegnata alla Scuderia Ferrari nel giugno 1955. il telaio D50A rimodellato 0006 corse per la prima volta in prova per il Gran Premio di Francia del 1956 a Reims con Eugenio Castellotti, ma era instabile con il vento laterale. Successivamente, la sezione della carenatura posteriore è stata rimossa. Sebbene fosse più stabile, non era più veloce delle auto normali.