1968
Ad inizio anno sono pochi che dubitano sul nome del campione del mondo 1968, la superiorità dimostrata dalla Lotus-Cosworth di Jim Clark nel 1967 é una valida ipoteca per il campionato 1968. Purtroppo il campione scozzese perderà la vita in una gara di F2 ad aprile. La Lotus si presenta al via del campionato, in Sud Africa, con Graham Hill e Jim Clark, é l’unica scuderia ad avere sotto contratto due campioni del mondo, le monoposto di Colin Chapman sono spinte dal motore Cosworth DFV 3.0 V8, stesso motore anche per il team di Bruce Mclaren, che si é notevolmente rinforzato con l’arrivo del campione in carica, l’altro neozelandese Denis Hulme, il team Mclaren entra nel ristretto gruppo dei “top team”, posizione che occupa tutt’ora. La Ferrari schiera un giovane belga, Jackie Ickx, il neozelandese Amon e l’italiano Andrea De Adamich, attuale commentatore televisivo, la Brabham campione rimpiazza Hulme con l’austriaco Rindt, mentre appare in declino la Cooper che dopo la prima gara sostituirà i motori Maserati con i BRM, la squadra inglese, che negli anni precedenti aveva cambiato proprietà e sede, inizia il campionato con l’italiano Scarfiotti e Brian Redman. Il parco dei partecipanti é molto ricco, ci sono infatti anche la BRM con Rodriguez, Spence e Attwood, la Honda con Surtees, la Eagle di Dan Gurney e, sopratutto la Matra, quest’ultima si divide in due: le Matra ufficiali per Beltoise e Pescarolo e quelle motorizzate Cosworth e schierate da Ken Tyrrell per Jackie Stewart e Servoz-Gavin. Non mancano i privati, tra questi il team di Rob Walker che schiera una Lotus-Cosworth per lo svizzero Jo Siffert, il team Parnell con Piers Courage (BRM) e la squadra personale dello svedese Bonnier con una Mclaren. Il 1 gennaio si corre in Sud Africa, le prove si svolgono ancora nel 1967, causando qualche problema per i contratti in scadenza a fine anno, il Gp é dominato da Jim Clark che ottiene la pole, la vittoria e il GPV, la superiorità Lotus é evidente anche per il secondo posto di Hill, sul gradino piu’ bsso del podio sale Rindt, che precede il ferrarista Amon, Hulme (che guida ancora la vecchia Mclaren-BRM) e Beltoise, in prova Stewart aveva guadagnato la prima fila (terzo tempo) ma in gara é costretto al ritiro per guai al motore dopo essere stato anche in testa. Con la Ferrari debutta De Adamich che ottiene il settimo tempo in prova (primo tra i suoi), all’italiano é affidato un motore piu’ potente, fatto poco gradito al compagno di squadra Ickx, De Adamich é vittima di un incidente e questa sarà la sua unica apparizione nel 1968 ed il suo unico Gp con la Ferrari, completano lo schieramente alcuni piloti locali, come sempre in Sud Africa, alcuni dei quali utilizzano ancora monoposto spinte dal vecchio Climax.Il Gp successivo é previsto per il 12 maggio, nel frattempo un grave lutto ha colpito la F1, in una gara di Formula 2 intitolata “Trofeo di Germania” ad Hockenheim il campione scozzese Jim Clark subisce un mortale incidente, é il 7 aprile 1968, scompare uno dei piu’ grandi piloti della storia, aveva solo 32 anni e, quindi, avrebbe facilmente vinto ancora moltissimo, Clark aveva debuttato in F1 nel 1960 con la Lotus, squadra che non ha mai abbandonato, caso piu’ unico che raro tra i grandi piloti. A Jarama Chapman non si presenta, il solo Hill é iscritto dal team Lotus, che proprio in questo GP assume il nome di Gold Leaf Team Lotus, la monoposto di Hill non é piu’ dipinta di verde, colore da corsa inglese, ma é oro e rossa, in omaggio allo sponsor, é l’arrivo delle sponsorizzazioni, finora limitate ai fornitori tecnici, in Formula 1. La gara é vinta proprio da Hill, con solo quattro vetture all’arrivo: Hulme, Redman e Scarfiotti, quinto a nove giri Beltoise che sostituisce l’assente Stewart sulla Matra-Ford, Amon é come sempre sfortunato, é in testa ma deve ritirarsi per rottura della pompa della benzina a causa di un fusibile saltato, un guasto banalissimo. Lutto anche in casa BRM per la scomparsa di Mike Spence che tra l’altro era stato anche compagno di squadra di Clark, una tragica coincidenza, il pilota inglese muore ad Indianapolis mentre prova una Lotus a turbina. A Montecarlo il 26 maggio le Ferrari sono assenti, assente anche Stewart, i suo sostituto, Johnny Servoz-Gavin, conquista in prova un’incredibile secondo tempo dietro a Hill, la gara é vinta dall’inglese della Lotus, vero specialista di questo circuito, davanti a Attwood con la BRM ( a soli 2”2), poi a quattro giri il belga di origini italiane Lucien Bianchi, con la Cooper ed il suo compagno di squadra Scarfiotti, a sette giri Hulme, Attwood vive il suo Gp di gloria ottenendo anche il GPV, con la seconda Lotus partecipa Jackie Oliver, futuro patron della Arrows. Prima del Gp del Belgio un’altra tragedia colpisce la Formula 1, perde la vita Lodovico Scarfiotti mentre prova la salita di Rossfeld con una Porsche, tutti incidenti causati dall’eclettismo dei piloti dell’epoca, che non limitavano la loro attività alla sola F1. La gara si svolge senza piloti italiani al via, assenza che perdurerà per tutto il campionato. In prima fila con il primo ed il terzo tempo le due Ferrari di Amon e Ickx, tra loro Stewart che torna dopo due gare di assenza, la gara vede la prima storica vittoria della Mclaren condotta dal suo fondatore Bruce, che così ha la soddisfazione di portare alla vittoria una monoposto che reca il suo nome, fin’ora era capitato al solo Brabham, secondo si piazza Rodriguez con la BRM, terzo é Ickx con la Ferrari che precede Stewart, Oliver ed il locale Bianchi, Surtees con la Honda ottiene il GPV. In Olanda si impone un’altra marca per la prima volta, si tratta della Matra del tema Matra International (Tyrrell) condotta da Jackie Stewart, al secondo porto la Matra ufficiale con motore francese di Beltoise, terzo é Rodriguez, quarto Ickx, al quinto posto un incredibile Silvio Moser, un pilota svizzero che corre da privatissimo con un team assolutamente privo di mezzi ed una vecchia Brabham Repco, sesto é Amon. Hill é solamente nono a nove giri, Gurney introduce in Formula 1 il casco integrale al posto del caschetto utilizzato da tutti. In Francia piove, Ickx parte dalla prima fila con il terzo tempo dietro a Stewart ed al poleman Rindt, la mossa giusta del belga é quella di partire con gomme da bagnato, Amon, invece, monta quella da asciutto, anche da questi particolari comincia ad evidenziarsi la sfortuna che accompagnerà il neozelandese per tutta la sua carriera, al secondo posto si piazza Surtees (che si deve fermare a cambiare gomme ed occhiali, terzo é Stewart, quarto Vic Elford, che ha preso il posto di Redman nel team Cooper, quinto Hulme e sesto Courage, al terzo giro Jo Schlesser (40 anni) esce di strada e muore nel rogo della sua Honda: era alla sua prima vera gara in F1, in seguito a questa scomparsa il suo grande amico Guy Ligier si ritira dalle competizioni, ritornerà come costruttore siglando le sue vetture JS, iniziali dell’amico. La TV italiana da la notizia dell’incidente omettendo di dire che la corsa é stata vinta dalla Ferrari. Intanto Stewart e Ickx avvicinano Hill in classifica (24 punti contro 16). Il 20 luglio in Gran Bretagna , a Brands Hatch succede un fatto che oggi sarebbe assolutamente impossibile: vince la gra un pilota privato, si tratta dell’ottimo svizzero Jo Siffert che guida una Lotus 49 Ford del Team Rob Walker, una squadra non nuova a simili expolit, era infatti il team di Stirling Moss ed era già entrato nella storia per aver portato per la prima volta alla vittoria una vettura a motore posteriore e per aver regalato la prima vittoria da costruttore a Cooper e Lotus, Siffert batte per oli 4 secondi il ferrarista Amon, che precede il compagno Ickx, Hulme, Surtees e Stewart, solo quattro punti separano Ickx da Hill in classifica. Il 4 agosto si corre al Nuerburgring sotto la bufera, l’esito della gara non lascia dubbi sul chi sia il vero erede di Jim Clark: l’altro scozzese Jackie Stewart, Stewart guida la sua Matra Ford con totale sicurezza, come se avesse un radar a bordo e rifila 4 minuti di distacco a Hill e Rindt, Ickx partito dalla pole con un tempone è solo quarto, precedendo Brabham e Rodriguez. In classifica Hill 30 punti, Stewart 26, Ickx 23. Il Gp d’Italia é la gara di Denis Hulme, il neozelanderse campione in carica porta la Mclaren arancione con il numero 1 alla vittoria davanti a Servoz-Gavin (Matra Ford) che precede di un minuto e 28 secondi, terza la Ferrari di ickx, quarto il privato Courage, quinto Beltoise e sesto il privatissimo Bonnier, nessun altro al traguardo, il GPV é conquistato dal secondo pilota della Lotus, Oliver. La vittoria di Hulme é propiziata da una serie di ritiri che coinvolge tutti i protagonisti della gara, in prova debutto di Mario Andretti con la Lotus, l’italo-americano non può prendere parte alla gara perché nel frattempo era volato in USA per partecipare ad altra competizione, il regolamento gli vieta di prendere il via, stesso destino per il connazionale Unser. Il 22 settembre si corre in Canada, la garà é vinta ancora da Hulme davanti al compagno di squadra e team manager Mclaren, il neozelandese é incredibilmente fortunato, la gara é dominata da Amon che conduce per 71 giri su 90, colpito dalla solita jella il pilota della Ferrari si deve ritirare per guasto alla trasmissione, cedendo la vittoria ed il secondo posto ai suoi connazionali, sono ben tre i rappresentati della Nuova Zelanda a correre ad altro livello in F1, un record per una nazione poco popolata, sul podio anche Pedro Rodriguez, Hill é quarto davanti a Elford e Stewart, GPV per Siffert. Dopo questa gara Hulme aggancia Hill a 33 punti, seguono Ickx e Steawrt a 27, a due gare dal termine il campionato é apertissimo. L’inglese Bell corre con la terza Ferrari. Il 6 ottobre si corre a Watkins Glen, la pole é conquistata da Mario Andretti, al suo vero esordio in F1 dopo la comparsata a Monza, la gara é però dominata da Stewart che taglia il traguardo rifilando 24 secondi a Hill e un giro alla Honda di Surtees, quarto é Gurney che non guida la solita Eagle ma una Mclaren-Ford da lui iscritta, quinto Siffert, sesto Mclaren. Ad una gara dal termine la situazione é Hill 39 punti, Stewart 36, Hulme 33. Tagliato fuori dai giochi Ickx, che Però é alla sua prima vera stagione in F1 e quindi appare come la vera rivelazione del campionato, debuuta anche Bobby Unser, con una BRM ufficiale, un pilota che è stato per anni protagonista della gare nord americane. L’ultimo atto del mondiale é in Messico, la pole é conquistata da Jo Siffert, a dimostrazione che la vittoria in Gran Bretagna non era un fuoco di paglia, i tre pretendenti al titolo Hill, Stewart e Hulme viaggiano in quest’ordine in testa alla corsa. Poi prima Hulme poi Stewart devono desistere, a questo punto nulla può impedire a Hill di conquistare il suo secondo titolo mondiale, l’inglese vince con un minuto di distacco su Mclaren, terzo é il suo compagno di squadra Oliver, quarto l’idolo locale Rodriguez, quinto Bonnier (occasionalmente su Honda), sesto Siffert che ottiene anche il GPV, settimo é Stewart che percorre gli ultimi giri con noie alla pompa di alimentazione. Questa gara segna anche l’ultima partecipazione ufficiale della Honda come costruttore, tornerà tra qualche anno. Il 1968 consacra Stewart come campione vero, il giovane Ickx come brillante promessa e sancisce la superiorità del motore Ford che vince tutte le gare tranne una (vinta dalla Ferrari), importante ingresso della Mclaren tra le squadre principali, mentre Brabham, Cooper e BRM sono ridimensionate. Note negative per i piloti italiani che, a seguito della scomparsa di Scarfiotti, non hanno validi rappresentanti nel mondiale.