1966


NOTE : L’AUMENTO DELLA CILINDRATA COGLIE IMPREPARATI MOLTI MOTORISTI, SI VEDONO IN PISTA MOTORI DI DIVERSO TIPO, (2,0,
2,4, 2,5, 2,8, 3,0 ) VERRANNO SEGNALATI VICINO AL NOME DELLA MACCHINA.

N.B. al GP di Germania presero parte anche squadre e monoposto di F2

 

Il campionato 1966 é il primo con la nuova formula che prevede motori a 3 litri, non tutte le squadre sono pronte ed in pista si vedrà un pò di tutto. Il team del campione del mondo, la Lotus, dovrebbe utilizzare il motore BRM 3,0 a 16 cilindri, cosi come le BRM del team ufficiale di Owen, ma questo propulsore non é pronto e le due squadre corrono gran parte del mondiale con motori di cilindrata inferiore, rimanendo di fatto tagliate fuori dalla lotta per il titolo iridato. Anche la Honda, che aveva vinto l’ultima gara del 1965, non ha ancora un motore adatto e Richie Ginther prenderà parte solo alle ultime tre gare.

La Cooper, invece, riporta nel mondiale il nome Maserati, utilizzando i tre litri della casa del tridente, il team inglese inizia il campionato con Jochen Rindt ed il disoccupato Ginther, che dopo due gare viene sostituito da John Surtees, transfuga dalla Ferrari, la scuderia di Maranello si presenta come la grande favorita, la macchina con il motore 3 litri, la 312, debutta già alla prima gara, ma l’abbandono di Surtees e l’exploit della Brabham-Repco tolgono alla Ferrari la possibilità di lottare per il titolo, Lorenzo Bandini diventa il primo pilota, al suo fianco verranno schierati Mike Parkes e Ludovico Scarfiotti. La BRM ripropone Stewart ed Hill, mentre alla Lotus Jim Clark é affiancato da Peter Arundell e, saltuariamente, da Pedro Rodriguez.

Chi parte in sordina é la Brabham, che adotta un inedito motore Repco per  Jack Brabham e Denis Hulme. Due nuovi costruttori fanno il loro esordio nel mondiale, tutte e due le squadre sono fondate da piloti ancora in attività: la Eagle di Dan Gurney e la Mclaren, creata e pilotata dal pilota neozelandese, l’inizio di quella destinata a diventare una delle piu’ vittoriose squadre della storia della F1 é in sordina, una sola monoposto che adotta prima un motore Serenissima e poi un Fortd 3 litri che nulla ha a che spartire con il Cosworth.

Completano gli schieramenti i privati, manca dopo anni di presenza, l’italiana Centosud, ci sono, invece, l’agguerito team di Rob Walker (una Cooper Maserati per Siffert), iscrive una Cooper anche lo svedese Bonnier, Mike Spence guida una Lotus per Parnell, partecipa da privato, sempre con una Cooper, il francese Guy Ligier, che rivedremo come costruttore. Alcune piccole squadre usano ancora i motori Climax, magari aumentati di cilindrata, é il caso di Anderson e del suo DW. Interessante soluzione del team Pearce che in due gare schiera una Cooper motorizzata Ferrari per Lawrence.

A Montecarlo ottiene la pole Jim Clark, che guida una Lotus-Climax 2 litri, a dimostrazione dell’immensa classe dello scozzese, la gara vede solo quattro  piloti al termine: Stewart, Bandini, Hill e Bondurant (che guida una BRM 1,9 del team Chamaco), quinto é Ligier ma a 25 giri di distacco e non classificato. Un totale disastro per i motori 3 litri, le tre BRM sono motorizzate 1,9 litri e la Ferrari di Bandini 2,4, la 312 era andata a Surtees che non aveva gradito molto, come detto debutta la Mclaren, decima in prova ritirata al 10° giro.

La prima vittoria per la nuova formula é già al GP successivo, in Belgio, Surtees alla sua ultima gara con Maranello porta la 312 dalla pole alla vittoria, dopo aver duellato con Rindt, alla sua prima vera  gara da La prima vittoria di un 3 litri, solo 15 i piloti alla partenza, in coda allo schieramento partte anche Phil Hill su una Mclaren-Ford 4,7 sulla quale é montata una telecamera destinata a riprendere fasi di corsa per il film “Grand Prix”. Phil Hill, come da accordi, compie solo un giro. Dopo Surtees e Rindt si piazza Bandini, che utilizza ancora la Ferrari 2,4 litri, con questi quattro punti l’italiano si porta in testa alla classifica, era dal maggio 1958 (Luigi Musso) che un pilota italiano non guidava la classifica mondiale, dovranno passare moltissimi anni prima che si ripeta. Quarto é Brabham, davanti a Ginther (Cooper), virtualmente ancora a punti Guy Ligier (sesto) ma staccato di 4 giri (un’eternità su un circuito di 14,1 km) e non classificato, stessa sorte per la debuttante Eagle-Climax 2,7 di Gurney. Jim Clark partecipa con una Lotus motorizzata con un Climax 2 litri, é evidente che non può supplire con la sola classe all’enorme differenza di potenza.

Il 3 luglio si corre il GP di Francia a Reims, nel frattempo si é consumato il divorzio tra John Surtees e la Ferrari, l’inglese parteciperà alle restanti gare con la Cooper-Maserati e alla fine sarà secondo in classifica a 14 punti dal campione del mondo Brabham, é presumibile pensare che se fosse rimasto alla Ferrari avrebbe potuto conquistare il titolo. La Ferrari lo sostituisce con Mike Parkes. Bandini, diventato l’uomo di punta delle rosse, conquista la pole, proprio davanti a Surtees, terzo é il debuttante Parkes, Jim Clark porta al debutto il motore BRM 3,0 ma si infortuna in prova e non prende via al GP, Stewart é ricoverato in ospedale, il 3 litri della BRM é fatto esordire sulla Lotus di Arundell, si ritirerà al quarto giro. Bandini conduce la gara per 32 dei 48 girti previsti poi deve fermarsi per rottura dell’acceleratore: manca il bullone di fissaggio del cavo sotto il pedale. Vince la gara Brabham, che onestamente ammette:” Non avrei vinto se Bandini non si fosse fermato!”, é la prima volta che un pilota porta alla vittoria una monoposto che reca il suo nome. Secondo posto per Parkes davanti alla Brabham di Hulme, quarto Rindt, quinto Dan Gurney con la Eagle, sesto posto per John Taylor con una Brabham-BRM 2,0 del team David Brigdes. A Bandini rimane la soddisfazione del giro piu’ veloce. Con la terza Cooper partecipa alla gara Chris Amon.

In Gran Bretagna le Ferrari sono assenti a causa di agitazioni sindacali, senza di loro Jack Brabham ha vita facile, domina la gara dall’inizio alla fine, conquistando pole, vittoria e gpv, per la squadra dell’australiano é doppietta, infatti Hulme si piazza secondo, al terzo posto Graham Hill che dispone ancora di un motore 2,0, così come Clark che si piazza quarto, i due riescono comunque a battere i tre listi della Cooper di Rindt e la Mclaren motorizzata Serenissima che conquista il primo punto iridato della sua storia. Il marchio Ferrari non é completamente assente: Chris Lawrence porta in gara una Cooper Ferrari con motore GTO, era già successo un fatto del genere nel 1960, per questo motivo le partecipazioni al mondiale dei motori Ferrari sono due in piu’ delle partecipazioni del costruttore Ferrari. Incredibile ma vero: Jim Clark finisce doppiato. In questa unica occasione si vede in gara una Shannon Climax con motore 3,0. Il dominio di Brabham continua in Olanda, anche qui il pilota e team manager conquista la pole e la vittoria, per venti giri l’australiano ha dovuto lottare con Clark, anche se lo scozzese guida una monoposto spinta da un Climax 2000! Per problemi al motore il campione del mondo in carica deve fermarsi ai box ed alla fine arriva “solo” terzo. Al secondo posto si piazza Graham Hill, quarto é Stewart, le BRM continuano ad utilizzare il motore a 2 litri, la messa a punto del BRM H16 é complicata. Conquista due punti Spence con la Lotus-BRM di Parnell, solo sesto Bandini, che corre con la mano destra dolorante a causa di una uscita di strada durante le prove.

Jack Brabham si presenta al Nuerburgring con il campionato del mondo quasi in tasca, in prova non fa faville, la pole é conquistata da Clark con la Lotus-Climax 2,0, le imprese del pilota scozzese con un motore inferiore di cilindrata, ormai, non fanno quasi piu’ notizia. Alla gara partecipano anche alcune monoposto di F2, alla guida di una di queste, una Matra-Ford del team Tyrrell, il giovane belga Jacky Ickx riesce ad ottenere un tempo di qualificazione di tutto rispetto. In gara sarà coinvolto in un incidente con il promettente John Taylort che morirà qualche giorno dopo all’ospedale di Coblenza. La gara vede ancora Brabham protagonista, sir. Jack passa in testa al primo giro e nemmeno Surtees, specialista di questo circuito, può far nulla e si deve accontentare del secondo posto, terzo é Rindt, quarto Hill, quinto Stewart e sesto Bandini, le Ferrari mancano completamente la prova, solo Scarfiotti regala un pò di luce con un quarto posto in prova che vale la prima fila, guida il modello 2,4.

In Italia la scuderia di Maranello vuole rifarsi e schiera ben quattro vetture: tre 3000 per Bandini, Scarfiotti e Parkes ed una 2400 affidata a Baghetti tramite il team Parnell. Parkes conquista la pole davanti a Scarfiotti, Bandini é quinto, Jim Clark, finalmente alla guida della Lotus-BRM H16 terzo, Surtees quarto, anche le BRM ufficiali montano il 3 litri. Bandini, come previsto va subito in testa, ma già al secondo giro ha problemi, i suo abitacolo é inondato di benzina per la rottura di un raccordo, passano a condurre Scarfiotti e Parkes che finiscono nell’ordine, quella di Scarfiotti é a tutt’oggi (febbraio 2005) l’ultima vittoria di un pilota italiano a Monza, in seguito Patrese e De Angelis vinceranno a Imola ma nel contesto del GP di San Marino. Al terzo posto si piazza Hulme, quarto é Rindt, quinto Spence e sesto Bob Anderson con una Brabham-Climax 2,0 del team DW, Scarfiotti ottiene anche il GPV a dimostrazione della supremazia della Ferrari. Jack Brabham é campione del mondo per la terza volta, la prima per la monoposto che porta il suo nome. Debutta sulla Eagle il motore Weslake, una seconda Eagle-Climax é affidata a Phil Hill che non riesce a qualificarsi, ritorna anche la Honda.

Il 2 ottobre si corre a Watkins Glen il Gp degli Stati Uniti, Brabham e Calrk si dividono la prima fila, terzo é Bandini con l’unica Ferrari presente, l’italiano riesce anche a portarsi in testa per i primi dieci giri, poi viene superato da Brabham, riprende il comando e lo tiene fino al 35° giro quando il suo motore cede. Automaticamente passa il testa Clark che ha un grande vantaggio e riesce a cogliere l’unico successo con il BRM H16, secondo si piazza Rindt (che occupa anche il secondo posto nel mondiale), terzo é Surtees, quarto Jo Siffert con la Cooper Maserati di Rob Walker, quinto Mclaren con la Mclaren-Ford e sesto il secondo pilota Lotus, Peter Arundell.

L’ultima gara é il Gp del Messico, la Ferrari diserta la prova che viene vinta da un motore italiano: il Maserati montato sulla Cooper di Surtees, che riesce a vincere due GP in un anno con due monoposto diverse. L’inglese conduce la gara dal quinto all’ultimo giro, conquistando la piazza d’onore nella classifica mondiale, secondo é Jack Brabham, terzo Hulme, quarto Ginther con la ritrovata Honda, quinto Gurney che conquista i primi punti con il motore Weslake, sesto il privato Bonnier. Clark si deve ritirare al nono giro, poca fortuna anche per Hill e Stewart.

Si conclude così il primo mondiale a 3 litri, caratterizzato da una presenza ancora massiccia di monoposto non adeguate alla nuova formula e, senza nulla togliere a Brabham, sicuramente sfalsato dall’inadeguatezza dei mezzi a disposizione di Clark, Hill e Stewart e dal cambio di scuderia di Surtees.