1961
Dodicesimo anno di campionato mondiale. Due sono i protagonisti assoluti: Enzo Ferrari dalla sua fabbrica di Maranello, Stirling Moss dall’abitacolo della sua Lotus “non” ufficiale, ma gestita dalla Scuderia Walker. Il l luglio 1960 la Ferrari cambia ragione sociale. Da “Auto Costruzioni Ferrari” diventa S.E.F.A.C. Le macchine di Maranello edizione 1961 hanno tutte il motore posteriore. La Ferrari schiera: Phil Hill, Von Trips e Ginther, in alcune gare si vedranno anche Gendebien (in Belgio), Mairesse (in Germania) e Pedro Rodriguez (in Italia), tre presenze per Baghetti, con un debutto clamoroso, la Cooper campione in carica ripropone Brabham e Mclaren, la Lotus Ireland e Jim Clark, mentre la BRM schiera Tony Brooks a fianco di Graham Hill, presente ufficialmente anche la Porsche con due ottimi piloti: il “marine” Gurney e lo svedese giramondo Bonnier, completano gli schieramenti numerosi teams privati, oltre a Rob Walker, da citare il Yeoman Racing di Reg Parnell (Surtees e Salvadori), la Scuderia Centrosud, la Scuderia Serenissima con Trintignant, il Team UDT, la Camoradi International, si vedono anche in alcune occasioni della De Tomas, iscritte dalla Serenissima per Scarlatti e Vaccarella ed Italia da Isobele De Tomaso per Bussinello.
Moss s’impone alla prima corsa di campionato, a Monaco. Si corre con la nuova formula che prevede motori di 1500 cmc e Moss vince a una media record, dimostrando che le nuove monoposto non hanno niente da invidiare alle vecchie del 1954-’60, al secondo posto si piazza l’americano Richie Ginther su Ferrari, che precede i compagni di squadra Phil Hill e Von Trips. La seconda gara é in Olanda, Von Trips conquista la prima delle sue due vittorie in F1, é anche la prima vittoria di un pilota tedesco, al secondo posto si piazza Phil Hill, terzo gradino del podio per il giovane Jim Clark, alla sua seconda stagione con la Lotus, Moss é solo quarto, in questa gara non si registrano ritiri: partono in quindici ed arrivano in quindici. In Belgio debutta Lorenzo Bandini, guida la poco competitiva Cooper-Maserati della Scuderia Centrosud, si classifica 17° su 25 piloti in prova e si deve ritirare al 20° dei 30 giri previsti, la gara é vinta dall’americano Phil Hill davanti a Von Trips, Ginther e Gendebien, tutti su Ferrari: un poker per la casa di Maranello, il primo degli altri é il campione delle due ruote John Surtees che, dopo aver esordito nel 1960 con la Lotus, guida la Cooper-Climax del Team Yeoman. In Francia succede qualcosa di clamoroso: la Scuderia Ferrari affida in gestione alla FISA (federazione italiana scuderie automobilistiche) una della sue Ferrari 156, come già nei predenti GP non validi per il mondiale ( Siracusa e Napoli) la vettura va a Giancarlo Baghetti. Il pilota italiano, che per inciso aveva vinto le due gare precedenti, debutta cosi in una corsa iridata. In prova ottiene il tredicesimo tempo ( 2’30”5 ) su 25 concorrenti, la pole va allo statunitense Phil Hill (2’24”9 ), sempre su Ferrari 156. La gara di Baghetti é tutta in rimonta, al 41 giro, su 52 previsti, é in testa. Al 46 Joakim Bonnier lo passa, ma poco dopo la Porsche dello svedese cede. Rimane Dan Gurney, sempre su Porsche. l’americano é pilota esperto e coriaceo. Baghetti compie l’ultima curva dietro la Porsche poi esce sul rettilineo e vince per un decimo di secondo. Al terzo posto si classifica Jim Clark su Lotus-Climax , 4 Innes Ireland (Lotus-Climax) , 5 Bruce Mclaren (Cooper- Climax) 6 Graham Hill (BRM) . Non si può certo dire che il nostro pilota abbia preceduto degli sconosciuti. Purtroppo questa rimarrà l’unica vittoria del pilota italiano, che disputerà altri due GP nel 1961, Gran Bretagna ed Italia ( dove ottiene il giro più veloce ). Nel 1962 piloterà una Ferrari poco competitiva e nel 1963 viene trascinato nella disastrosa avventura della A.T.S., correrà ancora fino al 1967 per la Scuderia Centrosud, ed occasionalmente per la Brabham ed il Team Parnell. In Gran Bretagna partono in trenta, presente sullo schieramento anche una Gilby-Climax ed una Fergunson-Climax alla sua unica apparizione, al 45 giro Moss é costretto al ritiro, il suo Team ferma la Fergunson, guidata da Fairman ed iscritta sempre Walker, e ci fa salire Moss che sarà, quindi, l’unico pilota della storia della F1 ad aver guidato due monoposto di marca differente nel corso dello stesso GP, ovviamente Moss viene squalificato, la gara si svolge sotto il diluvio e vede ancora il dominio della Ferrari, questa volta con Von Trips davanti a Hill e Ginther, quarto posto per Brabham. Al Nuerburgring, come a Monaco, conta molto il pilota e Stirling Moss rifila 11 secondi a Von Trips, 22 a Hill e 1 minuto e 17 a Jim Clark, a questo punto del campionato Von Trips ha 33 punti e Phil Hill 29, Moss 21, appare evidente che il titolo non può sfuggire alla Ferrari, il nobile tedesco sembra essere in vantaggio: quattro punti non sono facilmente recuperabili a parità di mezzi. Ma a Monza il destino é in agguato: un giro e mezzo, quasi due, e la giornata di gloria si trasforma in giornata di lutto. L’auto di Trips, leggermente tamponata dalla Lotus di Clark, finisce in mezzo alla siepe umana posta negli ultimi metri di rettilineo prima della curva Parabolica. Una zona spettacolare perché lì le macchine arrivano in velocità e frenano, proprio la frenata è fatale a Trips e quattordici spettatori Clark invece si salva. Nel punto dove per qualche minuto si era trovato il corpo esanime di Von Trips compare nei giorni seguenti una rosa. Quando appassisce viene puntualmente cambiata. Trovano anche una scatoletta con una foto e una dedica in inglese: “Not goodbye, just goodnight, my darling. Francesca“. La storia della rosa viene divulgata da giornali e dalla televisione e la figura del mancato campione del mondo, Wolfgang Berge von Trips, che aveva iniziato correre con lo pseudonimo e Axel Linther, passa alla storia dell’automobilismo con questo epilogo al di là dei motori. Phil Hill vince la gra davanti a Gurney e Mclaren, quarto Lewis con la privatissima Cooper del team H. & L Motors, Hill è il primo americano che diventa campione del mondo, per uno strano caso del destino anche l’altro statunitense campione del mondo, Mario Andretti, nel 1978 vincerà il titolo a Monza nella stessa giornata fatale per il suo compagno di squadra, Peterson. La Ferrari non partecipa all’ultimo GP, in programma a Watkins Glen negli USA, la gara viene vinta da Ireland (che a dispetto del cognome é scozzese) che coglie la sua unica vittoria e la prima per una Lotus ufficiale, dopo le vittorie del privato Moss, sul podio, dopo il secondo Gurney, sale anche Brooks, vent’anni dopo Colin Chapman dirà, in una intervista, che la la Lotus aveva vinto il suo primo Gp mondiale l’8 ottobre 1961. Nella graduatorie Baghetti è al nono posto con i 9 punti datigli dalla vittoria a Reims i punti assegnati al vincitore sono passati infatti da 8 a 9, Gurney, con l’ esordiente Porsche, è terzo “ex aequo” con Moss, al suo ultino campionato.